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del Giappone |
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Prodotto per il Ministero degli Affari Esteri giapponese da Kodansha International Ltd. responsabile per il contenuto della pubblicazione. La riproduzione delle fotografie è vietata. Traduzione dall'inglese a cura dell'Ambasciata del Giappone. |
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Paravento pieghevole a due pannelli intitolato Bambù e l'albero di susino, di Korin. Inizio XVIII secolo. Inchiostro e oro su carta. 66x182 cm. Copyright: |
Diversi sono i fattori che hanno contribuito allo sviluppo dell'arte giapponese. Sia dal punto di vista tecnologico, che da quello estetico, l'arte giapponese è stata influenzata dagli stili e dagli sviluppi culturali cinesi, alcuni dei quali giungevano anche attraverso la Corea. Più recentemente, anche le tecniche e le arti occidentali hanno dato il loro apporto. Alla fine, ciò che emerge da quest'unione di idee assimilate e da un complesso di cognizioni provenienti da varie culture, è un'espressione di gusto tipicamente giapponese. |
I primi colonizzatori del Giappone, gli Jomon, (circa 10.000 a.C.-300 a.C.) realizzarono delle statuine chiamate dogu, molte delle quali rappresentavano figure femminili. Successivamente, gli Yayoi (circa 300 a.C.-300 anni d.C.), il cui nucleo, all'inizio del periodo, era rappresentato da un diverso gruppo di immigranti, crearono armi di rame, cinture di bronzo e ceramiche cotte nei forni. Manufatti tipici del periodo seguente, il Kofun (Periodo dei Tumuli), (circa 300-710) sono specchi di bronzo e sculture di argilla chiamate haniwa, che venivano erette fuori dalle tombe. Semplici figure a bastoncino disegnate su cinture (dotaku), prodotte nel periodo Yahoi e dipinti su muri che adornavano le pareti interne delle tombe nel periodo Kofun, rappresentano le origini della pittura giapponese. |
La pittura cominciò a fiorire nel sesto secolo, quando la classe al potere cominciò a nutrire un grande interesse per il Buddismo e la cultura buddista, che proveniva dalla Corea e dalla Cina. Alla fine del settimo secolo e inizio dell'ottavo, vennero realizzati dipinti secondo gli stili che si erano sviluppati in Cina alla fine del periodo delle Sei Dinastie (222-589). Essi raffigurano la vita di Budda e rappresentano altre divinità buddiste. Dopo il decimo secolo, la pittura fu sempre più influenzata dallo Jodo Shinko (Buddismo della Terra Pura). La classe al potere fece costruire templi e monasteri, in vari luoghi, tra la fine del sesto secolo e l'inizio del settimo. Importanti esempi sono Asukadera, Shitennoji e Horyuji. All'interno di questi templi, specialmente all'entrata e nelle cappelle, si possono ammirare espressioni dell'arte buddista. Tra i dipinti più importanti del periodo, ricordiamo le rappresentazioni murali nell'entrata dorata (Kondo) del tempio Horyuji. In questi templi si possono anche ammirare sculture che rappresentano vari Budda, Bodhisattva e divinità guardiane. Fra tutte ricordiamo la Trinità Shaka, una scultura che si trova nel tempio Horyuji. |
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Gruppo di statuine in bronzo dorato La nascita miracolosa del Budda storico dalla manica della Regina Maya (seconda da sinistra) Collezione Shijuhattai Butsu (48 Budda) Copyright Tokyo National Museum |
Verso la metà del periodo Heian (794-1185), uno stile tipicamente giapponese, chiamato yamato-e, cominciò a sostiture lo stile di pittura cinese. Lo stile yamato-e ritrae paesaggi intorno a Kyoto; i primi esempi di questo stile si possono ammirare sui paraventi scorrevoli e pieghevoli. Insieme a questo nuovo stile autoctono nacquero anche due nuovi "formati" per la pittura: l'album e i rotoli illustrati (emaki). L'esempio più famoso di emaki è la "Storia illustrata di Genji" (pubblicata all'incirca nel 1130). Alla fine del dodicesimo secolo, sebbene il potere fosse passato dalla nobiltà alla classe dei samurai, i nobili e anche coloro che amministravano i templi e i santuari, continuarono ad avere grandi ricchezze e restarono i mecenati di vari generi di arte. Il periodo Kamakura (1185-1333), il cui nome deriva dal luogo divenuto nuova sede del governo, è caratterizzato da due tendenze principali: il realismo, che aveva come scopo di soddisfare i gusti della classe dei samurai, e il tradizionalismo che stava a rappresentare i gusti della nobiltà in campo artistico. Il realismo si manifestò soprattutto nella scultura. Unkei, lo scultore più famoso della scuola Kei, (creatori di uno stile di scultura realistico), tra l'altro, ha realizzato due guardiani Nio che si trovano all'entrata del tempio Todaiji e due sculture di legno che rappresentano due saggi indiani, Muchaku e Seshin al tempio Kofukuji. |
Il Buddismo Zen che si è diffuso nel tredicesimo secolo, ha introdotto un tipo di architettura e opere d'arte molto differenti da quelle di altre sette. Nel quattordicesimo secolo i dipinti su rotolo lasciarono il passo ai dipinti ad inchiostro, soprattutto negli importanti monasteri Zen di Kamakura e Kyoto. I pittori Zen - e, soprattutto, i loro mecenati - preferirono un austero stile monocromatico, proveniente dalle dinastie cinesi Sung (960-1279) e Yuan (1279-1368). Verso la fine del 1400, i pittori Zen e i loro mecenati a Kyoto avevano sviluppato soprattuto una pittura paesaggistica monocromatica (suibokuga). Tra questi pittori Zen ricordiamo Sesshu, un prete che andò in Cina e studiò i dipinti cinesi. La pittura nel tardo sedicesimo secolo era rappresentata soprattutto dalla scuola Kano, che godeva del sostegno di potenti come Oda Nobunaga. Era uno stile policromatico che si evidenziava soprattutto nei paraventi e negli affreschi murali. Il rappresentante principale di questa scuola fu Kano Eitoku. La scuola Kano continuò ad essere influente e riuscì a diventare pittura accademica dello Shogunato Tokugawa. Ogata Korin, che lavorò a metà del periodo Edo, fu un altro celebre pittore Kano, famoso soprattutto per la composizione intelligente e la pittura originale. |
I Tokugawa salirono al potere nel 1600 e portarono pace e stabilità al Giappone, sia dal punto di vista economico che politico. Durante questo periodo, i mercanti a Edo (l'attuale Tokyo) e a Kyoto divennero sempre più ricchi e cominciarono ad avere il controllo delle attività culturali. Dipinti del periodo chiamato Kan'ei (1624-1644) rappresentano persone di ogni classe sociale che affollavano i quartieri di piacere vicino al fiume Kamogawa (Kyoto). Quartieri simili esistevano anche ad Osaka e Edo dove si imponeva lo stile di vita disinibito ukiyo (mondo fluttuante). Tale stile di vita fu successivamente rappresentato dal genere artistico chiamato ukiyo-e. Spesso venivano rappresentati i quartieri di piacere e il teatro kabuki. L'arte ukiyo-e riscosse popolarità in tutto il paese. Dai dipinti, l'arte ukiyo-e passò, all'inizio del diciottesimo secolo, alle xilografie. |
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Ritratto di Otani Onji III di Sharaku, attore del teatro kabuki. Stampa su matrice in legno, 1794. Copyright Tokyo National Museum |
Tra i primi tipi di ukiyo-e stampati si annoverano manuali di sesso chiamati shunga (disegni pornografici). Questi libri o album mostravano scene d'amore molto espicite. C'erano anche libri con disegni e commenti che contenevano ritratti delle principali prostitute del tempo, impegnate in alcune attività quotidiane, come, ad esempio, lavarsi i capelli. Le loro pose e il drappeggio dei loro kimono rappresentano il punto focale di queste scene. Verso la fine del secolo, il centro dell'attività ukiyo-e si spostò dall'area di Kyoto ed Osaka a Edo, dove i ritratti degli attori kabuki divennero i soggetti principali. Il pubblico si appassionava anche per i ritratti ukiyo-e che rappresentavano belle donne. Alla fine del diciottesimo secolo, l'arte ukiyo-e entrò nel suo periodo d'oro. La bellezza femminile, e, specialmente le donne alte e graziose che si potevano ammirare nelle opere di Torii Kiyonaga rappresentarono uno dei temi principali negli anni '80 del secolo. Dopo il 1790, vi fu un susseguirsi di nuovi stili, introdotti da artisti i cui nomi sono ancora molto conosciuti oggi, come Kitagawa Utamaro, Toshusai Sharaku, Katsushika Hokusai, Ando Hiroshige e Utagawa Kuniyoshi. Per alcuni pittori occidentali, inclusi i grandi aritisti europei della fine del diciannovesimo secolo, l'arte ukiyo-e fu molto di più che una semplice forma d'arte esotica. Artisti come Edgar Degas e Vincent Van Gogh si ispirarono ad essa per lo stile, la prospettiva e l'uso del colore. L'uso frequente di temi tratti dalla natura, che erano stati rari nell'arte occidentale, ampliarono la selezione tematica dei pittori. Emile Gallé, un artista francese che disegnava anche su vetro, si ispirò alle scene di pesca di Hokusai per la decorazione dei suoi vasi. Con l'avvento del periodo Meiji (1868-1912) e la sua politica di occidentalizzazione, l'arte ukiyo-e, che era sempre stata strettamente legata alla cultura da cui traeva i suoi temi e la sua vitalità, cominciò ad estinguersi rapidamente. Nel frattempo, la pittura europea cominciò ad influenzare un numero sempre più alto di pittori giapponesi, verso la fine del periodo Edo. Artisti del calibro di Maruyama Okyo, Matsumura Goshun e Ito Jakuchu unirono aspetti degli stili giapponese, cinese e occidentale. |
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Vasellame Kakiemon Vaso del periodo Edo: uccelli e fiori su sfondo bianco sono tipici di questo stile. Altezza 13 cm. Copyright Tokyo National Museum |
La cultura giapponese passò attraverso una trasformazione radicale durante il periodo Meiji , quando si cominciarono a studiare le tecnologie e i concetti di governo occidentali, che, se ritenuti appropriati, furono adattati al Giappone, per il bene della nazione. Nel corso di questo programma di modernizzazione, lo stile di pittura occidentale ricevette l'approvazione ufficiale e il governo inviò alcuni pittori a studiare all'estero. Dopo alcuni decenni di rivalità tra lo stile giapponese tradizionale e il nuovo stile di pittura occidentale, il periodo Taisho (1912-1926) fu un'epoca in cui l'arte giapponese fu influenzata enormemente dall'arte occidentale. Pittori come Umehara Ryuzaburo e Yasui Sotaro studiarono gli stili di Paul Cezanne, Pierre Auguste Renoir e Camille Pisarro, e, si fecero promotori della loro arte. Negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, Yasui e Umehara liberarono la loro pittura dalle caratteristiche tipicamente occidentali. Umehara si distingue per aver ripristinato, nella sua opera, elementi di stile giapponese. Tale capovolgimento incoraggiò altri pittori giapponesi, che si ispiravano ai pittori occidentali, a diventare più originali. La modernizzazione della pittura giapponese continuò sotto la guida di Yasuda Yukihiko e Kobayashi Kokei. Altri pittori provarono a diffondere l'interesse per la pittura giapponese rappresentando soggetti popolari e organizzando mostre più frequentemente. All'inizio del ventesimo secolo, quando gli artisti giapponesi ritornarono in patria dopo aver studiato all'estero, ci fu un autentico interesse per la scultura occidentale. Il rappresentante principale, tra questi scultori, fu Ogiwara Morie che introdusse lo stile di Auguste Rodin e divenne il pioniere della modernizzazione della scultura giapponese. Un altro autorevole scultore fu Takamura Kotaro che fu anche un eminente poeta e che ha tradotto le opinioni sull'arte di Rodin. Dopo gli anni improduttivi della Seconda Guerra Mondiale, l'arte in Giappone cominciò a riconquistare rapidamente la sua originalità. Dopo la guerra, le tendenze artistiche occidentali trovarono approvazione in Giappone incluso la "pop art" e la "op art", la struttura primaria, la "minimal art", l'arte cinetica e l'assemblaggio. Lasciatisi tradizionalmente guidare dall'arte di altre culture, gli artisti giapponesi ora trovano la loro espressione artistica e diventano creatori originali e danno il loro apporto alla comunità artistica mondiale. Ricordiamo, tra gli altri, Okamoto Taro che espose le sue opere alla Biennale di San Paolo nel 1953 e alla Biennale di Venezia nel 1954, e, disegnò il simbolo dell'esposizione internazionale tenutasi ad Osaka nel 1950, Tayo no To (Torre del Sole) e Ikeda Masuo, che ha prodotto molte stampe piene di erotismo e ironia, la cui fama si è diffusa in tutto il mondo. Ikeda ha anche vinto il Gran Premio per le stampe alla Biennale di Venezia del 1966. Inoltre, Hirayama Ikuo è tenuto in grande considerazione per i suoi dipinti che rappresentano i paesaggi della Via della Seta, pieni di fantasia. Iwasaki Chihiro, che ha dipinto quadri per bambini è stato acclamato in tutto il mondo per i ritratti raffiuguranti proprio bambini. La maggior parte dei dipinti erano per i libri illustrati e questi libri sono stati pubbicati in più di dieci paesi. |
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