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In Giappone, il calcio noto nella maggior parte dei
paesi come "football", è definito "soccer", soprattutto per differenziarlo
dal "football americano", che peraltro gode anch'esso in Giappone di un
seguito seppur limitato a livello universitario e societario. Nel
decennio scorso, la popolarità del calcio in Giappone è cresciuta
enormemente. Con una stima di 720.000 praticanti a livello nazionale, il
Libro Bianco sul Tempo Libero del 1997 ha assegnato al calcio il quarto
posto nella graduatoria degli sport di squadra più popolari del paese.
Queste cifre hanno subito un incremento di oltre il 50% rispetto al 1988.
Sebbene il Giappone sia relativamente uno degli ultimi arrivati al
calcio professionistico, l'inizio del campionato nazionale professionisti
nel 1993 ha avuto un netto impatto sul livello del gioco. Durante i turni
eliminatori della Coppa del Mondo 1998, la squadra nazionale giapponese ha
ottenuto la vittoria sul Kazakhistan e sull'Iran, fatto che gli ha
permesso di rappresentare l'Asia insieme alla Repubblica di Corea,
l'Arabia Saudita e l'Iran nei Campionati di Francia '98. Il Giappone,
inoltre, ospiterà (unitamente alla Repubblica di Corea) la Coppa del Mondo
nel 2002. Sia gli organizzatori delle squadre che i produttori di articoli
sportivi si augurano che l'attuale popolarità del calcio si traduca in un
boom che eguagli la notorietà di questo sport in Europa e Sud
America.
I semi della crescita
L'ente giapponese del calcio organizzato, la Japan
Football Association (JFA), fu istituito nel 1921. Nel 1948, il campionato
nazionale venne denominato "Coppa dell'Imperatore". Nel 1997, ai gironi
preliminari del Settantasettesimo Torneo della Coppa dell'Imperatore hanno
partecipato oltre 3.000 squadre. La partita finale si è tenuta al National
Stadium di Yoyogi a Tokyo il giorno di Capodanno del 1998 e il campionato
è stato vinto dai Kashima Antlers. Secondo il Libro Bianco degli
Sport, pubblicato dalla Sasakawa Sports Foundation, il calcio è divenuto
il secondo sport più largamente praticato tra i bambini delle scuole
elementari dopo il baseball, con una percentuale di partecipanti del 24,9
per il baseball contrapposta a quella del 21,7 per il calcio. Lo stesso
rapporto rileva che il 61,3% delle scuole medie giapponesi ha squadre di
calcio giovanili impegnate in gare riconosciute a livello ufficiale.
Nelle scuole medie superiori, il dato è solo del 19,7%, che tuttavia
rappresenta più di 180.000 giocatori. A completamento di questi dati, si
rileva che sono cresciuti di numero i club organizzati da società,
amministrazioni comunali ed altri. Il numero dei club calcistici
organizzati in Giappone si è raddoppiato tra il 1989 e il 1994, ed
attualmente vi sono 22.100 club organizzati (compreso il cosiddetto
"calcetto"). La Football Association of Japan ha visto un forte incremento
nel numero totale degli iscritti che nel 1995 ha raggiunto la cifra di
843.279 unità. Per sostenere la popolarità di questo sport nel lungo
termine, sono stati operati sforzi per attirare i giovani atleti
attraverso corsi scolastici e competizioni, come il Campionato nazionale
di calcio tra scuole medie superiori, che si tiene ogni anno al National
Stadium. L'accresciuto interesse per questo sport ha inoltre
contribuito a far progredire il calcio femminile. Dalle 7.403 iscritte del
1986 si è passati alle 22.237 del 1995. La Japan Ladies Soccer League è
stata istituita nel 1989. Ribattezzata "L.League" nel 1994, è formata da
10 squadre. La squadra nazionale giapponese ha vinto la medaglia d'argento
ai Giochi Asiatici di Pechino nel 1990 e nel 1991 e 1995 ha preso parte ai
Campionati Mondiali Femminili. La squadra giapponese si è inoltre
qualificata per i prossimi Campionati Mondiali che si terranno nel 1999
negli Stati Uniti.
Il Calcio Professionistico
della J. League
La squadra nazionale giapponese di
calcio negli anni sessanta invitò l'allenatore Dettmar Crammer di Duisburg
(Germania Ovest), e con lui si allenò intensamente dal 1960 al 1963. In
seguito agli sforzi tenaci di Crammer e della nazionale, la squadra vinse
la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968.
Kunishige Kamamoto, un attaccante, segnò 7 reti alle Olimpiadi. La
popolarità del calcio esplose. Prima di partire, Crammer suggerì la
fondazione di una Lega Calcio per rafforzare questo sport in Giappone. Ma
la squadra non fece ulteriori progressi nelle competizioni internazionali,
fallendo la qualificazione alle successive Olimpiadi e Coppe del Mondo. Il
boom scemò gradualmente. Nel 1987, Kenji Mori, presidente della Japan
Soccer League, decise di concedere ai giocatori di iscriversi come
professionisti. Nel 1988, la Japan Soccer League (JSL) costituì un
comitato d'azione per discutere i modi per rinvigorire questo sport nel
paese. L'anno seguente, il comitato raccomandò l'istituzione di una lega
professionisti. Dopo circa due anni di pianificazione, nel gennaio
1991, la Japan Football Association annunciò l'assetto fondamentale della
nuova lega professionisti. Poco tempo dopo, furono annunciate le 10
squadre facenti parte della nuova lega ed entro il mese di luglio dello
stesso anno, ne fu comunicato il nome: Japan Professionale Football
League, in breve J.League. La J.League opera sotto il controllo della
Japan Football Association. E' responsabile dell'organizzazione delle gare
professionistiche e della registrazione dei risultati ufficiali delle
partite; dell'istituzione dei regolamenti e della formazione,
certificazione e registrazione dei giocatori, allenatori ed arbitri.
Gli obiettivi che si era posta la J.League al tempo della sua
fondazione comprendevano la promozione del calcio come cultura, il
rafforzamento ed il sostegno del calcio giapponese, l'innalzamento dello
status dei giocatori ed allenatori ed il favorimento dello sviluppo degli
stadi, degli altri impianti e dei legami con le città di
appartenenza.
Squadre della J. League
|
Prefettura di appartenenza
|
Anno fondazione
|
Consadole Sapporo
|
Hokkaido |
1998 |
Kashima Antlers
|
Ibaraki |
1993 |
Jef United Ichihara
|
Chiba |
1993 |
Kashiwa Reysol |
Chiba |
1995 |
Urawa Red Diamonds
|
Saitama |
1993 |
Verdi Kawasaki |
Kanagawa |
1993 |
Yokohama Marinos
|
Kanagawa |
1993 |
Yokohama Flugels
|
Kanagawa |
1993 |
Shimizu S-Pulse
|
Shizuoka |
1993 |
Bellmare Hiratsuka
|
Shizuoka |
1994 |
Jubilo Iwata |
Shizuoka |
1994 |
Nagoya Grampus Eight
|
Aichi |
1993 |
Kyoto Purple Sanga
|
Kyoto |
1996 |
Gamba Osaka |
Osaka |
1993 |
Cerezo Osaka |
Osaka |
1995 |
Vissel Kobe |
Hyogo |
1997 |
Sanfrecce Hiroshima
|
Hiroshima |
1993 |
Avispa Fukuoka |
Fukuoka |
1996
|
Oltre alla stessa lega, furono fondate numerose
società affiliate con lo scopo di occuparsi di campi di attività
specifici. La J.League Pictures, Inc., ad esempio, controlla tutte le
immagini video delle partite ufficiali, conserva le registrazioni video e
detiene i diritti televisivi. Un'altra società si occupa degli annunci
pubblicitari relativi al calcio e soprintende alle vendite dei prodotti
commerciali servendosi del logo della J.League oppure dell'effigie della
mascotte. Il 5 settembre 1992, la J. League Yamazaki Nabisco Cup ha
dato l'avvio al primo torneo ufficiale della nuova lega. Gli incontri
agonistici della lega sono stati inaugurati il 15 maggio 1993. Il numero
delle squadre si è esteso a 12 nel 1994, 14 nel 1995, 16 nel 1996, 17 nel
1997 e 18 nel 1998. A partire dal 1999 la J. League introdurrà un sistema
a due divisioni.
La J. League
deve la sua popolarità soprattutto ai suoi campioni. Per esempio, Zico, in
passato stella del calcio brasiliano, ha portato i Kashima Antlers a
diventare una delle migliori squadre della J. League. Kazuyoshi Miura dei
Verdi Kawasaki, ha iniziato la carriera con i club brasiliani ed in
seguito è divenuto l'asso della nazionale giapponese. Masami Ihara dei
Yokohama Marinos ha disputato più di 100 partite internazionali e lo
scorso anno ha ricoperto il ruolo di capitano nei turni eliminatori della
Coppa del Mondo. Giovani calciatori, come Hidetoshi Nakata del Bellmare
Hiratsuka, che attualmente (1998) gioca nel campionato italiano di serie
A; Yoshikatsu Kawaguchi e Shoji Jo, entrambi dei Yokohama Marinos, sono
validissimi elementi della Nazionale. Nondimeno, il calcio
professionistico giapponese ha dovuto affrontare numerose sfide poiché
parte della sua stagione coincide con quella del baseball, uno sport
enormemente popolare. Gli organizzatori della J. League hanno investito su
un certo numero di strategie per attrarre tifosi o sostenitori, come
quella di fondare squadre locali in piccole città che non hanno squadre
professioniste di baseball. La Lega ha inoltre adottato una formula unica
che associa l'organizzazione delle squadre in club - secondo quanto fatto
in Europa - ai metodi commerciali di stile americano per la vendita dei
biglietti e l'attività promozionale. Un sistema di sponsorizzazione di
squadre e società (le divise dei calciatori professionisti recano i nomi
delle società sponsorizzatrici, a differenza di quanto succede per i
giocatori di baseball) inoltre, aiuta a ripartire le spese e ridurre al
minimo i rischi. Come propugnato dalla J. League, è stata data una
grande importanza alla costituzione di stretti legami tra i club e le loro
comunità. In pratica, il nome di un club è una combinazione del nome della
città di appartenenza e di un nome di fantasia, e ciascun club gestisce
squadre di periferia e di campagna. Questi sforzi hanno fruttato molti
appassionati sostenitori. Tuttavia, malgrado l'enorme successo
ottenuto nei primi tempi, attualmente la J. League si trova ad affrontare
numerosi problemi. Tra il 1995 ed il 1996, l'affluenza di pubblico alle
partite della J. League è diminuita del 26,3%, causando difficoltà
finanziarie a diverse squadre. Anche il numero delle partite trasmesse per
televisione è diminuito considerevolmente. Un altro problema è che, delle
diciassette squadre che appartengono alla J. League, otto sono raggruppate
nell'area del Kanto. La diffusione delle squadre in altre zone del paese
si renderà necessaria per raggiungere l'obiettivo iniziale della Lega di
rafforzare ed incoraggiare il gioco del calcio e promuovere lo sviluppo
delle comunità locali attraverso lo sport.
La Coppa del Mondo del
2002
La Coppa del Mondo del 2002 sarà la prima a
svolgersi in Asia. Il Giappone si è battuto con forza per ospitare
l'evento. Il 6 novembre 1996, la Fédération Internationale de Football
Association (FIFA), riunita a Zurigo in Svizzera, annunciò la sua
decisione di affidare l'organizzazione della manifestazione unitamente al
Giappone e alla Repubblica di Corea. I provvedimenti della FIFA possono
essere elencati a grandi linee come segue:
1. Il nome ufficiale della manifestazione sarà 2002
FIFA World Cup Korea/Japan. 2. Un totale di 32 squadre partecipanti
giocherà 64 partite. Durante il primo turno della manifestazione, ciascun
paese ospiterà 4 gruppi composti ognuno da 4 squadre. 3. Ciascun paese
dovrà mettere a disposizione da un minimo di 6 a un massimo di 10 stadi in
cui si svolgeranno le manifestazioni. 4. La partita di apertura sarà
ospitata dalla Corea e quella finale avrà luogo in Giappone. 5. Il
sorteggio per selezionare le squadre per le partite eliminatorie si terrà
in Giappone e quello per determinare quali squadre si incontreranno nelle
finali, in Corea. 6. Entrambi i paesi avranno il diritto di schierare
le proprie nazionali nella Coppa del Mondo 2002.
Località designate in
Giappone.
Dopo le assegnazioni, le partite si terranno nelle
seguenti 10 città e località giapponesi, elencate in ordine alfabetico
(dove il nome della città differisce da quello della prefettura,
quest'ultimo è indicato tra parentesi dopo il nome della città): Fukuroi e
Kakegawa (Shizuoka), Kashima (Ibaraki), Kobe (Hyogo), Miyagi, Niigata,
Oita, Osaka, Sapporo (Hokkaido), Urawa (Saitama) e Yokohama (Kanagawa).
Tutti i summenzionati impianti saranno di proprietà pubblica. Due
stadi, quelli di Yokohama e Osaka, sono stati già completati. Lo stadio di
Yokohama sarà il più grande del Giappone. La costruzione dei restanti otto
verrà terminata, al più tardi, nella primavera del 2001. Il Sapporo Dome
presenterà il primo rivoluzionario tappeto erboso naturale mobile del
mondo. Il complesso dello stadio consisterà di una struttura coperta a
cupola con una superficie artificiale ed una struttura adiacente
all'aperto con un campo in erba. L'intero campo in erba scorrerà sulla
superficie artificiale in modo che le attività calcistiche possano
proseguire al coperto durante la rigida stagione invernale. Nel 1997,
in preparazione della Coppa del Mondo, il Giappone ha aperto un centro
nazionale di formazione per il calcio. Chiamato J. Village, il complesso,
che si trova nella prefettura di Fukushima, è simile nel concetto allo
"sportschule" tedesco, una scuola di avvicinamento all'atletica. Il J.
Village è frutto di uno sforzo di cooperazione tra la Japan Football
Association, la J. League, la Prefettura di Fukushima e la Tokyo Elecric
Power Company (TEPCO). |
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