Politica di base per le misure di contrasto all’epidemia da nuovo Coronavirus (07/04/2020)

2020/4/10
Con la dichiarazione dello stato di emergenza, avvenuta il 7 aprile 2020, la politica di base definita in data 28 marzo 2020 è stata rivista. Qui di seguito si riportano le relative integrazioni.
Il 7 aprile 2020 il Presidente della task force per le misure di contrasto all’epidemia da nuovo Coronavirus, ai sensi dell’articolo 1 della Legge n. 32, ha dichiarato lo stato di emergenza. I provvedimenti relativi dovranno essere attuati nei 29 giorni compresi tra il 7 aprile e il 6 maggio 2020, e le aree interessate saranno la Prefettura di Saitama, la Prefettura di Chiba, il Governo Metropolitano di Tokyo, la Prefettura di Kanagawa, la Provincia di Osaka, la Prefettura di Hyōgo e la Prefettura di Fukuoka. Qualora, poi, si riconoscesse la cessata esigenza dell’attuazione dei provvedimenti dettati dallo stato di emergenza, si provvederebbe sollecitamente a revocarlo, anche nell’arco del suddetto periodo.  
   
Il governo, pur dichiarando lo stato di emergenza, ridurrà al minimo l’impatto sulle dinamiche socio-economiche, non adottando misure restrittive quali il lockdown, attuato in vari altri Paesi.
 
1 Dati sull’attuale situazione
Nel nostro Paese, dopo che, il 15 gennaio 2020, è stato registrato il primo contagio, al 6 aprile, comprendendo tutte le 44 amministrazioni territoriali, sono stati accertati un totale di 3.817 contagiati e 80 deceduti. In particolare, secondo dati recenti, i contagi non tracciati ammontano al 40.6% (al 4 aprile 2020, dati relativi al periodo fino al primo aprile). Ciò significa che, oltre ai contagi avvenuti in determinati luoghi individuati come focolai, il rischio di contagio nell’ambito della vita quotidiana, fino a questo momento contenuto, inizia gradualmente ad aumentare. Stanno emergendo territori in cui il sistema di assistenza sanitaria è in sofferenza, ed il suo potenziamento diviene un tema urgente.
Per quanto concerne, nello specifico, il periodo dal 16 marzo al primo aprile, il numero dei contagi registrati è aumentato rapidamente, passando da 817 a 2.299 persone, e portando, dunque, il tempo di raddoppio del numero dei contagiati a 4,0 giorni.

Nel periodo tra la seconda e la terza decade di marzo è aumentato il numero di quanti sono rientrati in Giappone dopo essere stati contagiati, presumibilmente, in altri Paesi, mentre sono divenuti più numerosi i Paesi dai quali proviene il contagio.    

Per quanto concerne il sistema di assistenza sanitaria all’interno del Giappone, nel Governo Metropolitano di Tokyo e nella Provincia di Osaka, dove si è registrato un brusco aumento dei contagi, ritenendo che vi fosse già il rischio di gravare sul sistema di ricovero ospedaliero di contagiati con sintomi gravi, è stata annunciata l’intenzione di passare a curare i contagiati con sintomi lievi, per i quali non è necessaria la degenza, in strutture ricettive. Inoltre, anche nella Prefettura di Kanagawa che, confinante con il Governo Metropolitano di Tokyo, ha registrato 200 contagi, si è manifestato l’orientamento ad individuare alternative alla degenza ospedaliera, iniziando ad evidenziare l’effettiva condizione di difficoltà riscontrata dal sistema di assistenza sanitaria con particolare riferimento alle Grandi Aree Metropolitane.

Per quanto riguarda l’andamento a livello delle singole amministrazioni territoriali, al 6 aprile 2020 il numero complessivo dei contagiati è di 1.123 per il Governo Metropolitano di Tokyo e 429 per la Provincia di Osaka, mentre il tempo di raddoppio dei contagi nella settimana precedente è, rispettivamente, di 5,0 giorni e 6,6 giorni. Si riscontra, inoltre, il pericolo di un’ulteriore impennata di contagi. In aggiunta, nelle province e prefetture vicine, ovvero le Prefetture, rispettivamente, di Saitama, Chiba, Kanagawa e Hyōgo e la Provincia di Kyoto, il numero complessivo dei contagiati è di oltre 100 persone, di cui, se si esclude la Provincia di Kyoto, i contagi non tracciati sono approssimativamente superiori alla metà. Inoltre, nella Prefettura di Fukuoka, con un numero complessivo di contagiati dichiarato di oltre 100 persone, e un tempo di raddoppio di circa 3 giorni, si evidenzia un repentino aumento dei contagi, con un 70% di casi non tracciati. È pertanto necessario portare avanti misure di contenimento del contagio con priorità per il Governo Metropolitano di Tokyo e la Provincia di Osaka, e per le Prefetture di Saitama, Chiba, Kanagawa, Hyōgo e Fukuoka.       
 
2 Politica generale
Non ci sono variazioni. Si prega di consultare la versione del 28 marzo 2020.
 
3 Temi rilevanti
(1) Divulgazione e condivisione delle informazioni
Le politiche in atto, rendendo noto che il governo non adotta misure restrittive quali il lockdown, esortano i cittadini ad un comportamento razionale (astenersi da spostamenti oltre i confini dell’amministrazione territoriale di appartenenza, quali rientri nel paese natio o viaggi non necessari o urgenti, evitare assalti agli esercizi commerciali o l’accaparramento di merci).

(2) Sorveglianza e raccolta di informazioni
 Non ci sono variazioni. Si prega di consultare la versione del 28 marzo 2020.

(3) Prevenzione della propagazione
La dichiarazione dello stato di emergenza del 7 aprile 2020 si propone di accelerare le misure finora adottate. D’altro canto, le restrizioni alla libertà e ai diritti dei cittadini devono limitarsi al minimo necessario. Determinate amministrazioni territoriali (facenti parte dei territori interessati dalla dichiarazione dello stato di emergenza), quale misura di contenimento, chiedono innanzitutto di cooperare, astenendosi dall’uscire di casa. Eventuali richieste o prescrizioni relative a restrizioni nell’utilizzo di strutture o simili, verranno effettuate solo dopo un attento esame dei risultati ottenuti a seguito dell’appello alla collaborazione.
  • Le amministrazioni interessate adotteranno misure di emergenza ritenute efficaci in base alle rispettive specificità regionali, illustrandole accuratamente alla popolazione. La task force governativa, consultando gli esperti, garantirà, ove necessario, un coordinamento generale con le amministrazioni interessate.
  • Le amministrazioni interessate, in collaborazione con il governo centrale, trasmetteranno alla popolazione che le misure di emergenza adottate differiscono dal cosiddetto lockdown. Nell’ottica delle misure di contenimento, si esorteranno infatti i cittadini ad un comportamento razionale, affinché evitino quanto più possibile spostamenti al di fuori dell’amministrazione territoriale di appartenenza, o situazioni di confusione quali, ad esempio, l’accaparramento di generi alimentari, medicinali o beni di prima necessità.
  • Le amministrazioni territoriali, ove necessario, dopo aver opportunamente indicato periodo e aree interessate, procederanno innanzitutto a richiedere di astenersi dall’uscire di casa. Necessità vitali quali visite mediche, acquisto di generi alimentari, medicinali o beni di prima necessità, esigenze lavorative, attività fisica all’aria aperta o passeggiate, possono essere considerate esempi concreti di motivi validi per uscire di casa. Per quanto riguarda, invece, il periodo a cui estendere la richiesta di limitare le uscite dalla propria abitazione, considerato anche il tempo che intercorre tra contagio e comparsa dei sintomi (tempo medio di incubazione), si ritiene opportuna una durata di circa 30 giorni. Il periodo potrà tuttavia essere ridotto o prolungato, in base a opportune valutazioni del caso.
  • Recarsi a lavoro esula dalle circostanze per le quali si richiede di astenersi dall’uscire di casa ma, per quanto attiene alle amministrazioni territoriali interessate, verrà promosso il potenziamento del lavoro da casa (telelavoro). Anche nel caso in cui ci si rechi fisicamente sul posto di lavoro, verranno ulteriormente promossi provvedimenti volti ad evitare assembramenti, quali l’introduzione di orari flessibili (diversi dall’ora di punta), o l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto. Sul luogo di lavoro, invece, si esorta ad applicare adeguate misure di prevenzione del contagio. Si invitano inoltre i cittadini, indipendentemente dall’età, ad astenersi dal recarsi presso esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in quartieri molto frequentati e dall’uscire dalla propria zona.
  • Agli imprenditori che si occupano di attività indispensabili per la vita e l’economia dei cittadini (elenco esemplificativo in allegato) si richiede, nella piena attuazione delle misure di prevenzione, e alla luce della specificità delle singole attività, di garantirne la continuità. Il governo e le amministrazioni locali, al fine di sostenerne la regolare attività, si adopereranno, ad esempio, per istituire uno sportello di ascolto per gli imprenditori, e per garantire il sistema di distribuzione e quello delle infrastrutture critiche nella loro interezza.
  • Le amministrazioni territoriali interessate richiederanno di limitare l’organizzazione di manifestazioni ed eventi che rischiano di contribuire alla propagazione del contagio. Nel caso in cui, senza una valida ragione, non si ottemperi a tale richiesta, si procederà a prescriverne l’attuazione, rendendo pubblica la richiesta e la relativa prescrizione.
  • Il governo e gli enti pubblici locali esorteranno gli esercizi di ristorazione ad adottare le necessarie misure di contenimento, facendo in modo che non si verifichino contemporaneamente le tre condizioni di spazio chiuso, assembramento e stretto contatto tra persone. Alla luce della possibile formazione di focolai, si esorterà inoltre ad astenersi dal frequentare locali di intrattenimento, quali i cosiddetti “cabaret” o i night club. 
Le amministrazioni territoriali delle Grandi Aree Metropolitane, molto popolose e densamente abitate, costituendo anche uno snodo strategico per la circolazione, daranno piena attuazione alle suddette misure di prevenzione della propagazione del virus, onde evitare di dare origine ad una rapida espansione del contagio a livello nazionale.
Il Ministero dell’Educazione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia rende nota la sua posizione in merito ad una temporanea sospensione dell’attività scolastica, mentre le amministrazioni locali si faranno promotrici presso le istituzioni scolastiche di misure di contrasto all’epidemia, quali controlli igienico-sanitari. Per quanto concerne la scuola dell’infanzia e le relative strutture dedicate per l’attività extrascolastica, il Ministero della Sanità del Lavoro e del Welfare comunica l’orientamento a ridurne l’attività o prevederne la temporanea chiusura. In tale contesto, si intende chiudere temporaneamente le scuole dell’infanzia, pur continuando ad assicurare la custodia dei bambini per i figli del personale sanitario, di quanti svolgano un’attività lavorativa necessaria per garantire la continuazione di servizi per la società, o abbiano difficoltà ad assentarsi dal lavoro, come avviene nel caso di nuclei mono-genitoriali.     
 
(4) Cure mediche
Il Ministero della Sanità del Lavoro e del Welfare, nell’ottica di una completa prevenzione di eventuali contagi all’interno di strutture quali presidi sanitari o residenze assistenziali per anziani, in sinergia con gli enti pubblici locali, si occuperà di far rispettare le seguenti indicazioni:
  • il personale sanitario, per non divenire fonte di contagio, oltre ad evitare in modo assoluto situazioni in cui si verifichino contemporaneamente le tre condizioni di ambiente chiuso, assembramenti e contatti stretti tra persone, dovrà prestare piena osservanza a misure quali il categorico utilizzo della mascherina, lavaggio e disinfezione di mani e dita, la periodica sterilizzazione di attrezzature comuni, il rispetto di un adeguato distanziamento durante il consumo dei pasti, il quotidiano monitoraggio delle proprie condizioni di salute con permanenza presso la propria abitazione nel caso di indisposizioni anche lievi;
  • onde evitare eventuali contagi, l’accesso da parte di visitatori esterni verrà temporaneamente sospeso, fatte salve situazioni di stringente necessità;
  • nelle aree in cui il contagio è diffuso, si dovranno prendere in considerazione misure quali la sospensione o riduzione temporanea dell’utilizzo di servizi diurni, nonché la limitazione della possibilità per i pazienti o per gli utenti di uscire dalla struttura o di pernottare fuori;
  • nel caso in cui ci siano tra i degenti o gli utenti di una struttura casi sospetti di nuovo Coronavirus, dovranno essere prontamente isolati in stanze separate e dovranno essere attuate tutte le misure del caso, secondo le indicazioni delle competenti istituzioni sanitarie.
Il governo e le amministrazioni locali garantiranno, con priorità per le strutture che effettuano test PCR o nelle quali sia prevista degenza, adeguati dispositivi di protezione personali, quali mascherine chirurgiche.
Sarà possibile effettuare esami diagnostici, quali test PCR, con priorità per personale sanitario, dipendenti e pazienti degenti.   
 
(5) Misure economiche e occupazionali
Non ci sono variazioni. Si prega di consultare la versione del 28 marzo 2020.
 
(6) Altri aspetti importanti
Attenzione al rispetto dei diritti umani, attraverso, ad esempio, misure di contrasto ad atteggiamenti discriminatori nei confronti del personale sanitario.
Richiesta, sulla base delle relative norme di legge, di invii o cessioni eccezionali di beni o materiali necessari al fine di garantire il regolare funzionamento del sistema di assistenza sanitaria. 
Garanzia dei servizi per la società:
  • misure volte ad assicurare la continuità dei servizi e a prevenire il contagio del personale del governo e degli altri enti pubblici;
  • continuità di attività indispensabili per la salda garanzia della vita e dell’economia dei cittadini.

 
Attività imprenditoriali per le quali si richiede continuità in stato di emergenza (allegato)
1. Garanzia dell’assistenza sanitaria:
  • Si richiede la continuità dell’intero settore sanitario, per poter rispondere, non solo alle cure dei pazienti affetti da nuovo Coronavirus, ma anche di quanti presentano importanti disturbi o malattie.
  • Nel settore sanitario, oltre ad ospedali e farmacie, sono da includersi le attività di produzione o i servizi che riguardino la totalità dei beni e delle funzioni necessarie alla cura dei pazienti, quali importazione, produzione e vendita di medicinali e dispositivi medici, prelievi del sangue finalizzati alla donazione, fornitura di pasti per i degenti.
2. Continuità nella tutela delle persone che necessitano di assistenza:
  • Si richiede la continuità dell’attività di tutti gli addetti ai lavori del settore del sostegno alla persona per quanto attiene alla dimora e al supporto di persone, quali anziani o diversamente abili, che ne necessitino.
  • Nei servizi di sostegno alla persona, oltre alla gestione di strutture per la cura e l’assistenza degli anziani e per il supporto dei diversamente abili, sono da includersi le attività di produzione o i servizi che riguardino la totalità dei beni e delle funzioni necessarie alla loro sussistenza, quale, ad esempio, la fornitura di pasti per i degenti di strutture. 
3. Garanzia della stabilità della vita dei cittadini:
Si richiede la continuità delle attività imprenditoriali che forniscono servizi indispensabili per le prime necessità dei cittadini:
  • gestione infrastrutture (elettricità, gas, petrolio, petrolchimico, GPL, rete fognaria e idrica, telecomunicazioni, centri elaborazione dati etc.);
  • approvvigionamento di generi alimentari (attività nei settori agricolo, forestale e ittico; importazione, produzione, trasformazione, distribuzione, e commercio online di generi alimentari, etc.);
  • approvvigionamento di beni di prima necessità (importazione, produzione, trasformazione, distribuzione, e commercio online di articoli per la casa, etc.);
  • mense, ristoranti, sale da tè, sevizi di consegna a domicilio e asporto di cibi, vendita al dettaglio di beni di prima necessità (grandi magazzini, supermercati, convenience store, parafarmacie, ferramenta);
  • servizi per la casa (idraulici, elettricisti, etc.);
  • servizi di prima necessità (hotel, pensioni, bagni pubblici, parrucchieri e barbieri, lavanderia, veterinari);
  • gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto e smaltimento);
  • cerimonie e ricorrenze (cremazioni, servizi funebri etc.);
  • mezzi di comunicazione (emittenti televisive, radio, stampa, informazione online etc.);
  • servizi per i privati (comunicazione via internet, istruzione a distanza, apparecchiature e servizi per copertura internet, riparazione e manutenzione di autoveicoli etc.) 
4. Promozione della stabilità sociale:
Nell’ottica della garanzia della stabilità sociale, anche nel periodo di attuazione delle misure dettate dallo stato di emergenza, si richiede alle imprese coinvolte di garantire la minima continuità necessaria dei servizi indispensabili perché le aziende possano proseguire la loro attività.
  • servizi finanziari (banche, istituti di deposito, credito cooperativo, società di intermediazione mobiliare, assicurazioni, carte di credito ed altri servizi di pagamento etc.);
  • servizi di distribuzione e trasporto (ferrovie, autolinee, taxi, trasporto merci su strada e via mare, gestione porti, aeroporti, poste etc.)
  • attività di produzione e servizi necessari alla difesa (aeromobili, sottomarini)
  • servizi necessari alla continuità dell’attività e della sicurezza delle aziende (manutenzione degli edifici, servizi di sicurezza etc.)
  • garanzia delle basi per la sicurezza e la salvaguardia sociale (manutenzione pubblica di fiumi e strade, lavori pubblici, gestione dei rifiuti, gestione di merci pericolose in base alle varie normative vigenti);
  • servizi amministrativi (polizia, vigili del fuoco etc.);
  • servizio di custodia oraria dei bambini etc. 
5. Altro
Per quanto concerne il settore sanitario e produttivo, le imprese che, in base a specificità degli impianti, sono impossibilitate a sospendere la produzione (ad es. altiforni e fabbriche di semiconduttori), e quanti producono beni indispensabili alla garanzia delle necessarie cure mediche e assistenza e al mantenimento delle basi della società (compresi prodotti indispensabili per la catena di distribuzione), continueranno la propria attività, nel rispetto delle misure di contenimento del contagio. Si richiede continuità della propria attività anche alle imprese che svolgono un ruolo di sostegno alla garanzia dell’assistenza medica, e della vita e dell’economia dei cittadini.